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IMPACT

Human & Green Retail Forum: il futuro della sostenibilità | 16 ottobre

25 ottobre 2024

di Alessia Arnaldino e Irene Fornerone

Locandina Human & Green Retail Forum

Il 16 ottobre 2024 si è svolto lo Human & Green Retail Forum, l'appuntamento annuale organizzato da PLEF – Planet Life Economy Foundation con il patrocinio del Comune di Milano, che ha esplorato il futuro della sostenibilità nel settore retail. L’evento ha offerto uno spaccato sull’evoluzione normativa in tema di sostenibilità e sulle sfide che le imprese del settore dovranno affrontare nei prossimi anni. Ecco i principali temi affrontati durante il forum.

1. La responsabilità delle imprese nella sostenibilità sociale

Durante il Forum, si è discusso dell'importanza del valore condiviso e del ruolo cruciale che le imprese del retail ricoprono nel promuovere una sostenibilità non solo ambientale ma anche sociale. Un nuovo umanesimo del retail, infatti, ridefinisce la responsabilità d’impresa, spostando il focus dalla sola generazione di profitto verso la creazione di valore per l’intera collettività e sfidando i competitor su un piano valoriale, piuttosto che meramente economico.

Questo cambiamento di paradigma, che si scontra con il modello economico dominante degli ultimi 40 anni, rappresenta una sfida epocale per il retail. Il settore deve evolversi, riscoprendo il valore umano e ricordandosi che lo sviluppo sostenibile si fonda su quattro pilastri interconnessi: economico, sociale, istituzionale e ambientale. Se uno di questi viene trascurato, l'intero sistema rischia di collassare.

2. Il ruolo della distribuzione nella catena del valore

La distribuzione rappresenta l'ultimo anello della catena del valore, ma questo non significa che il suo ruolo sia meno significativo. Al contrario, il settore distributivo ha una grande responsabilità sociale. Anche se non è possibile imporre ai consumatori quali prodotti acquistare, può educare il cliente verso un consumo più consapevole e sostenibile. Una parte fondamentale di questa responsabilità risiede nella scelta dei fornitori: dal settore agricolo alla trasformazione dei prodotti, ogni fase della catena del valore deve essere guidata dall'attenzione alla sostenibilità e all'etica.

3. Sostenibilità nel retail italiano

L'evento ha offerto un interessante spaccato del retail italiano. Le nuove normative europee, unite a un crescente desiderio di trasparenza da parte dei consumatori, stanno esercitando una pressione significativa sulle aziende del settore. Il panorama attuale del settore è estremamente variegato. Mentre alcune aziende sono ancora agli inizi del loro percorso di sostenibilità e faticano a comprendere come implementare strategie ESG (ambientali, sociali e di governance), altre hanno cominciato ad adeguarsi, sviluppando i primi strumenti di monitoraggio e reportistica. Alcune realtà hanno già pubblicato il bilancio di sostenibilità, dimostrando una maggiore consapevolezza dell'importanza di un impatto sociale e ambientale positivo, ed altre ancora possono dichiararsi brand attivisti grazie alle loro azioni concrete e trasparenti a favore del Pianeta e delle persone. Secondo i dati ISTAT, nel settore manifatturiero, il 66,5% delle imprese ha già implementato azioni di sostenibilità nel 2022, con un impegno maggiore per ridurre l’impatto ambientale (55,6%).

Persona tra le piante

4. Il quadro normativo

Se le imprese vorranno rimanere competitive a lungo termine, sarà importante investire nella sostenibilità e adeguarsi alle nuove normative europee che stanno definendo il futuro del settore. Questo non deve essere visto come un compito che incombe sulle loro spalle, ma un’opportunità di incrementare il proprio vantaggio competitivo (oltre che per l’ambiente): secondo un’indagine effettuata da Altroconsumo, il 92% dei cittadini intervistati cerca informazioni ambientali sulle confezioni. Dall’altra parte, la quindicesima edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 rileva che l’83,8% dei prodotti hanno claim e indicazioni relative alla sostenibilità, ma quanti sopravviveranno all’entrata in vigore del Green Claim?

Per questo motivo un tema centrale del Forum è stato proprio il nuovo quadro normativo che le imprese devono adottare per garantire trasparenza e impegno verso pratiche sostenibili. Vediamo quindi alcune delle normative che stanno plasmando il futuro della sostenibilità aziendale in Europa che sono emerse dalle tavole rotonde e dai dibattiti al Forum.

  • CSRD – Corporate Sustainability Reporting Directive. Approvata a novembre 2022, impone alle imprese europee di divulgare dati sui rischi, opportunità e impatti legati alla sostenibilità ambientale, sociale e di governance (ESG), per promuovere maggiore trasparenza e responsabilità lungo tutta la catena del valore. Applicata alle grandi imprese dal 2024, verrà estesa a tutte le aziende con oltre 250 dipendenti a partire dal 2025.
  • CBAM – Carbon Border Adjustment Mechanism. Entrerà in funzione nel 2026 e impone dazi sui prodotti importati da Paesi extra-UE che non rispettano gli standard ambientali dell’Unione. Questo meccanismo non solo protegge le aziende europee conformi, ma mira anche a prevenire un aumento delle emissioni globali dovuto alla produzione esterna.
  • Direttiva UE 2024/825 contro il greenwashing. Fondamentale per combattere il greenwashing, vieta l’uso di claim ambientali ingannevoli. A partire dal 2026, non sarà più possibile utilizzare diciture come "ecologico", "a ridotto impatto" o "carbon neutral" senza una prova scientifica concreta. Le aziende dovranno adeguarsi per garantire maggiore trasparenza verso i consumatori.

5. La sostenibilità come vantaggio competitivo

Un altro tema chiave emerso dallo Human & Green Retail Forum è il legame tra sostenibilità e competitività. Le aziende che si conformano alle normative ESG godono di una reputazione migliore, che può tradursi in un vantaggio competitivo duraturo. Secondo uno studio di McKinsey, “ESG Momentum: seven reported traits that set organizations apart”, le imprese che investono in sostenibilità vedono nuove opportunità di sviluppo. Per esempio, come si legge dall’Osservatorio Immagino, “il paniere dei prodotti green genera 43,8 miliardi di euro di vendite, contribuendo per il 92,1% al giro d’affari complessivo del largo consumo confezionato. Le vendite a valore nel 2023 sono cresciute di +9,3% su base annua, mentre i volumi sono calati di -4,5%.”

Durante l’evento è emerso come le imprese che si conformano alle normative ESG possano avere accesso a finanziamenti e investimenti sostenibili. Gli istituti di credito e i fondi di investimento stanno infatti adottando criteri sempre più stringenti in merito alle pratiche ESG, premiando con condizioni migliori quelle aziende che dimostrano un impegno concreto verso la sostenibilità.

Tuttavia, secondo l'ISTAT, solo una parte minoritaria delle aziende italiane fa uso degli incentivi pubblici disponibili per la sostenibilità. È chiaro che la sola normativa in ambito ESG non basta: bisogna combinare incentivi economici e fiscali per stimolare una transizione più ampia e concreta.

Pagamenti rigenerativi: il caso di Flowe

Lo Human & Green Retail Forum ha evidenziato come il settore retail stia affrontando una trasformazione profonda. La sostenibilità non riguarda solo il packaging o i claim di marketing, ma coinvolge tutta la catena di produzione, dalla produzione delle materie prime, alla loro trasformazione fino alla distribuzione dei prodotti finali. Ma perché allora non tenere conto anche del momento del pagamento?

Durante l’evento, il nostro CEO Ivan Mazzoleni ha evidenziato che “non è più sufficiente parlare solo di sostenibilità: è necessario adottare un approccio rigenerativo. La sfida sta nel farlo su larga scala, rendendo il tutto accessibile alla quotidianità delle persone, senza stravolgere le loro abitudini. Come? Andando a intervenire sul tanto semplice quanto imprescindibile atto di pagamento, creando un modello "win-win-win" per tutti: retail, consumatori e Pianeta.”

Flowe si pone l’obiettivo di offrire alle aziende una soluzione di pagamento innovativa che permetta da un lato di risparmiare disintermediando i circuiti di pagamento e dall’altro di dar vita a programmi fedeltà alimentati dai risparmi stessi, creando così un sistema autosostenibile.

L'aspetto più innovativo è il collegamento con l'ambito rigenerativo. Il meccanismo è semplice: ogni pagamento fatto tramite il sistema del retailer contribuisce a un progetto rigenerativo. Questo approccio permette di generare un impatto positivo su tre fronti: vantaggi economici e in temini di fidelizzazione per il retailer, premi e benefici per il consumatore e benefici concreti per il Pianeta e la società.

Premio Narrability

Un momento significativo dello Human & Green Retail Forum è stato la consegna del Premio Narrability a Coop Italia da parte di Elena Pellizzoni – Sustainability Lead di Flowe. Un riconoscimento che Flowe ha voluto sostenere per ribadire ancora una volta come la sostenibilità sia soprattutto una questione di governance e di come debba essere integrata nella strategia aziendale in modo che il suo racconto sia un elemento chiave per coinvolgere tutti gli stakeholder. Il premio si basa su sette parametri fondamentali:

  1. Coerenza e trasparenza
  2. Autenticità e impegno sociale
  3. Creatività e innovazione
  4. ⁠Impatto emotivo e coinvolgimento
  5. Chiarezza e accessibilità
  6. Rilevanza e completezza
  7. Misurazione dell’impatto

Come ha sottolineato Elena Pellizzoni durante la cerimonia:

“Numeri e trasparenza costruiscono fiducia e responsabilità, offrendo dati concreti e risultati misurabili. Tuttavia, la rendicontazione non può fermarsi alle normative: deve trasformarsi in un racconto che coinvolga gli stakeholder su un piano più profondo, generando azioni che ispirano.”

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