IMPACT
Lo spreco alimentare: cause, impatto ambientale e possibili soluzioni
27 aprile 2021
di Claudia Varrone
Articolo aggiornato a febbraio 2024 da Alessia Arnaldino
Come emerge dai dati FAO – l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura – ogni anno circa un terzo del cibo prodotto in tutto il mondo viene sprecato. Lo spreco interessa tutta la filiera alimentare: parte dalla trasformazione, dalla lavorazione e dalla preparazione della pietanza fino ad arrivare sulle nostre tavole. Questo rappresenta un grave problema non solo in termini economici e ambientali, ma anche sociali.
Negli ultimi anni si sente sempre più spesso parlare di cucina sostenibile e sono molte le iniziative promosse da aziende e realtà per contrastare lo spreco alimentare.
Perché è importante approfondire il tema dello spreco? Questo argomento è spesso considerato qualcosa di troppo grande, lontano e indipendente dalle nostre scelte, mentre la realtà è che è strettamente legato alle nostre abitudini quotidiane. Ciascuno, infatti, ha la possibilità di orientarsi verso comportamenti consapevoli, anche in cucina.
Waste Watcher, International Observatory on Food & Sustainability è un’indagine promossa dalla campagna Spreco Zero di Last Minute Market che mira a monitorare lo spreco alimentare in 8 Paesi: Italia, Spagna, Germania, Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Olanda e Azerbaijan.
Che cosa emerge dal report del 2024 relativo all’anno 2023?
- Il valore dello spreco alimentare lungo tutta la filiera è stato pari a 13,155 miliardi di euro, per un peso complessivo di 4,207 milioni di tonnellate di prodotti.
- Per quanto riguarda l’Italia, lo spreco – rilevato sui 7 giorni precedenti all’intervista – è stato pari a 566,3 grammi per persona.
- Il periodo storico e l’inflazione stanno diminuendo le quantità di cibo sprecate, tendenza dettata dalla contrazione del potere d’acquisto che ha avuto forte impatto sulle scelte dei consumatori finali.
Cosa comporta lo spreco alimentare? L’impatto sull’ambiente
Lo spreco alimentare ha un forte impatto sul nostro ambiente sotto molteplici aspetti: a livello climatico il cibo sprecato, che diventa spazzatura, si decompone generando gas serra. Si stima infatti che l’emissione di CO2 derivante dagli scarti di cibo sia pari a 3,3 tonnellate ogni anno; come dire, se lo spreco alimentare mondiale fosse una nazione, si classificherebbe al terzo posto al mondo, dopo Cina e Stati Uniti. L’emissione di gas serra inoltre non fa altro che aggravare il problema già presente del surriscaldamento globale.
In secondo luogo, circa il 25% dell’acqua dolce che viene utilizzata per irrigare i campi è destinata a coltivare cibo che andrà poi sprecato. Quelli appena citati sono solo due dei gravi effetti che lo spreco alimentare ha sull’ambiente e che, nel lungo termine, diventeranno sempre più significativi. Inoltre, spreco alimentare significa anche consumo invano dei territori agricoli, già intensivamente sfruttati, e spreco di risorse economiche destinate alla lavorazione dei campi e più in generale alla produzione.
Spesso nascono realtà e iniziative che hanno lo scopo di contrastare lo spreco alimentare. Tra queste, per esempio, a Shanghai la creazione – negli scorsi anni – di “frigoriferi condivisi” in strada in cui i ristoranti mettono il cibo avanzato o inutilizzato. Diverse sono anche le realtà che, grazie alla loro offerta, contribuiscono a ridurre lo spreco di cibo. Per esempio Too Good To Go, che consente di acquistare a prezzi vantaggiosi da ristoranti, supermercati o negozi cibo che andrebbe altrimenti sprecato perché invenduto o vicino alla scadenza. Un altro esempio è Babaco Market, che permette di acquistare comodamente da casa frutta e verdura di stagione con forme e dimensioni differenti da quelle che comunemente troviamo nei supermercati, prodotti con piccoli difetti nella buccia, dalle forme particolari, che non vengono ammessi alla vendita e per questo sono spesso destinati allo spreco.
5 possibili soluzioni per ridurre lo spreco alimentare
Il dato preoccupante è che nei paesi più ricchi lo spreco alimentare si posiziona soprattutto alla fine della filiera produttiva, quindi sulle nostre tavole, nelle mense e nei ristoranti. Si parla del cosiddetto “spreco familiare” e proprio per questo una corretta educazione alimentare, che inizi fin dalle scuole primarie, potrebbe rappresentare un punto di partenza molto importante.
Per contrastare lo spreco alimentare è possibile mettere in atto alcuni piccoli accorgimenti, come non comprare più del necessario, imparare a conservare il cibo in modo corretto o congelare gli alimenti quando possibile.
Agenda 2030: quali sono gli obiettivi relativi allo spreco alimentare?
L’Agenda 2030, sottoscritta nel settembre 2015 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, definisce 17 obiettivi di sviluppo sostenibile per il 2030. Tra questi, evidenziamo qui l’obiettivo numero 12 contro lo spreco alimentare. L’obiettivo, dal titolo “Garantire modelli sostenibili di produzione e consumo”, ha lo scopo di “dimezzare lo spreco alimentare, incoraggiare le imprese ad adottare pratiche sostenibili e promuovere politiche in materia di appalti pubblici sostenibili”.
Come attesta l’Overshoot Day, che ogni anno tende a cadere sempre prima, continuiamo a consumare molte più risorse rispetto a quelle che la Terra è in grado di produrre. Non solo a livello individuale, ma anche a livello di aziende e imprese è necessario apportare dei cambiamenti nelle modalità di produzione e di consumo.
Fonti:
“Miliardi di posti a tavola”, Lester R. Brown (2012)
“Pane e bugie – la verità su ciò che mangiamo”, Dario Bressanini (2010)
“Le bugie nel carrello”, Dario Bressanini (2013)
https://food.ec.europa.eu/safety/food-waste_en
https://www.elisabettaambrosi.com/2020/05/22/linchiesta-lo-spreco-alimentare/
https://www.mase.gov.it/pagina/spreco-alimentare
https://www.aics.gov.it/settori-di-intervento/obiettivi-di-sviluppo-sostenibile-sdgs/
https://www.sprecozero.it/wp-content/uploads/2024/02/WWI24_5feb_Presentazione_Web.pdf